GLI ULTIMI GIORNI DELLA MONARCHIA

Giugno 1946: quando l'Italia si scoprì repubblicana

È uscito il nuovo libro: GLI ULTIMI GIORNI DELLA MONARCHIA, storia dei giorni del referendum istituzionale del 1946 (alla Mondadori mi hanno però spiegato che “referendum istituzionale” non acchiappa, e neppure “la Repubblica che nasce” : meglio il riferimento alla Monarchia che muore”)

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Giugno 1946: la Monarchia muore nell’ombra, tra
l’amarezza di un esilio senza appello e le proteste
per una sconfitta contestata; ma la Repubblica nasce
oscura e in silenzio, con le piazze vietate e senza
le nuove bandiere ai balconi. Che cosa è accaduto
nell’Italia del referendum?
Se il mese di maggio ha visto la vittoria della democrazia,
con la campagna elettorale capace di
raggiungere le località più remote della penisola e
le donne ammesse per la prima volta al suffragio,
i due giorni del voto sono stati più problematici,
con le code ordinate davanti alle cabine ma anche
qualche disfunzione ai seggi (elenchi incompleti,
schede non consegnate). Il conteggio dei voti e
l’annuncio dei risultati assumono poi i toni di una
vera emergenza, infelici nelle modalità e drammatici
nelle conseguenze.
I primi risultati giunti al ministero degli Interni
sono quelli delle regioni meridionali, che premiano
in modo netto la Monarchia, tanto che il 4 giugno
Alcide De Gasperi scrive a Umberto II preannunciandogli
il risultato favorevole. Ventiquattr’ore
dopo arrivano però i risultati del Centronord, che
ribaltano la situazione, e la sera il ministro Romita
annuncia la vittoria della Repubblica.
In alcune città del Sud, in particolare a Napoli, si
urla alla truffa e al broglio: nonostante lo sforzo di
Umberto II per evitare tensioni, molti monarchici
scendono in piazza, tra assembramenti spontanei,
cortei e slogan contro il governo. In un’Italia appena
uscita dalla guerra, dove si trovano armi ovunque,
la rabbia si traduce presto in azione: si spara,
cadono i primi morti, gli ospedali si riempiono di
feriti, mentre la stampa nazionale si sforza di minimizzare
e tacere il dramma.
Gianni Oliva ripercorre le vicende che accompagnano
la fine della Monarchia seguendo diverse
trame: Umberto II alle prese con le pressioni contraddittorie
dei suoi consiglieri politici; gli uomini
di governo e le autorità militari alleate, incapaci
di trovare una soluzione rapida; i ricorsi e i controricorsi
alla Corte di cassazione, che fanno nascere
la Repubblica in tribunale. Sullo sfondo, lo
spettro della guerra civile e il rischio di una deriva
incontrollabile.
A risolvere la situazione sarà proprio il re, un uomo
malinconico e irresoluto che nel momento più drammatico
dimostra però l’energia necessaria per compiere la scelta. Stretto tra chi vuole porlo alla guida
delle proteste e chi gli consiglia di partire, Umberto
II antepone gli interessi dell’Italia a quelli della
Monarchia: il 13 giugno lascia il paese e vola in
esilio, togliendo ragion d’essere ai moti di piazza.